A cinque anni dalla prima intervista, torniamo a colloquio con Sara Benci.
Sara, iniziamo con alcune curiosità che non ti abbiamo chiesto nella precedente intervista...
Che genere di libri ti piace leggere nel tempo libero? Qual è il libro che ti ha appassionata di più?
Leggo tanti romanzi, non c' è un genere che mi appassiona in particolare. L' importante è che facciano riflettere e non "scivolino" via.
Non sono tipo da thriller, non perché non mi piacciano ma perché penso che non mi basterà tutta la vita per leggere i libri che vorrei, quindi
a qualcosa devo rinunciare e preferisco perdermi quelli…
Comunque, per citare uno dei miei preferiti faccio una scelta poco originale ma sentita, ovvero “Cent’ anni di solitudine” di Gabriel García
Márquez; tra quelli più recenti mi sono innamorata di “Accabadora” di Michela Murgia.
Di solito alterno un classico ad un libro più attuale. Per citarne alcuni, posso dire gli ultimi che ho letto: Herta Muller “L’ altalena del respiro”,
Lev Tolstoj “Anna Karenina”, Jonatan Coe “La casa del sonno”, oltre a Margaret Mazzantini, Simone de Beauvoir ecc…
Si capisce che mi piace leggere, ma che faccio fatica a scegliere?
Che genere di musica preferisci ascoltare?
Anche qui non so scegliere, però ci sono delle canzoni che mi evocano dei bei ricordi. Magari posso dire quali sono i più bei concerti che ho
visto: REM, Oasis, Red Hot Chili Peppers, Ligabue, Madonna, Negrita e Pearl Jam.
Nella precedente intervista non hai menzionato il periodo lavorativo a Telenova, come mai?
E' stato quello che ti ha fatto conoscere a molti, soprattutto ai dirigenti di Sky sport.
Di solito cerco di riassumere il mio curriculum (per non annoiare…), ma il lavoro a Telenova, anche se è durato solo pochi mesi, mi è servito
molto per crescere. In realtà però io sono arrivata lì dopo l’ esperienza in quella che all’ epoca era Telepiù. Avevo finito il mio stage, ma non
mi rassegnavo all’ idea di tornare in Toscana sconfitta, così in attesa che ci fosse la fusione con Stream e la nascita di Sky, sono rimasta a
Milano facendo un po’ di esperienza e restando comunque nell’ ambiente.
In questi cinque anni in quali aspetti del tuo lavoro ti senti migliorata? In cosa credi di poter ancora migliorare?
Mi sento sicuramente più autorevole, perché ho fatto tanta esperienza e soprattutto continuo a prepararmi e a informarmi prima di ogni
diretta. Con la sicurezza che ho acquisito mi posso anche permettere di fare anche qualche battuta in più e quindi di rendere meno seriosa
la conduzione, mentre prima forse ero più “istituzionale”.
Posso migliorare in tanti aspetti, ma i miei punti deboli non li voglio rivelare, altrimenti li sottolineo!
Come giudichi la chiusura repentina di E' sempre gol, giusto un anno fa? Eri protagonista di un contenitore domenicale diverso, rispetto alle lunghe trasmissioni tradizionali, che aveva un suo pubblico, spazio che quest' anno si è preso Sportitalia.
Cielo non poteva aspettare e darti il tempo necessario a migliorare il format?
Le dinamiche della televisione in chiaro sono diverse da quelle del satellite, che è meno legato agli ascolti. All’ epoca però Cielo non era pronto,
forse, per un programma rivolto al pubblico maschile, essendo un canale di trasmissioni prettamente femminili; quindi arrivare al target di
ascolti richiesto non è stato possibile. Soprattutto non c’ è stato abbastanza tempo per organizzare il programma e capire la linea da seguire:
siamo partiti sperimentando in onda, ma l’ occasione era allettante e quindi ci abbiamo provato comunque.
Dopo questa esperienza non proprio positiva, ti piacerebbe fare di nuovo un programma simile? Cosa vorresti cambiare?
Se mi dovesse ricapitare un’occasione simile (e lo spero) vorrei avere un po’ più di tempo e soprattutto una squadra più nutrita alle spalle
e con capacità di azione (senza infiniti paletti), perché la fortuna delle trasmissioni la fanno tanto le persone che ci lavorano dietro le quinte.
Inoltre per rendere un programma brillante non basta l’inserimento di un comico (seppur molto bravo): ognuno deve avere la sua collocazione, altrimenti si rischia solo di creare confusione nei ruoli. Infine, inutile dirlo, serve la promozione a mezzo stampa e tv.
In futuro ti piacerebbe occuparti di altri temi oltre a calcio e sport?
Lo sport è la mia grande passione ed è anche la materia in cui mi trovo più a mio agio, ma spaziare mi piacerebbe. Non parlo di una conduzione
di un tg generalista, quanto semmai di una trasmissione trasversale, che possa abbracciare più campi.
Quest' anno ci sono le Olimpiadi e gli Europei di calcio. Seguirai come inviata uno di questi due eventi?
Gli Europei non sono un nostro evento quindi andranno solo gli inviati che seguono sempre la Nazionale. All’ Olimpiade è giusto che vadano le persone che si occupano di più di tutto ciò che non è calcio. Però spero nei prossimi Mondiali…
C' è un programma Tv che ti piacerebbe realizzare e condurre?
Il mio punto di riferimento sono “Le invasioni barbariche” di Daria Bignardi. Magari dare a quel programma una chiave sportiva potrebbe essere
un’ idea.
Infine, una domanda sull' Inter. Come potrà uscire da questa crisi e quali sono i principali responsabili, secondo te, della situazione attuale?
Le responsabilità vanno sempre divise tra squadra, allenatore e società. Per uscire da questa situazione serve una figura forte in panchina (o una figura entusiasta, come sarebbe Stramaccioni, se dovesse restare), con idee chiare di mercato e capace di farsi ascoltare; credo sia necessario anche un tramite tra la squadra e la società (come era Oriali). Per l’ anno prossimo non sono convinta che si debba fare una pulizia totale tra i giocatori, ma mantenere i più motivati e puntare su alcuni giovani. Non so se è ancora possibile pensare al terzo posto per questa stagione, ma questo campionato è nato strano e probabilmente si chiuderà allo stesso modo, facendoci divertire come sta accadendo per la lotta allo scudetto.