La nostra intervista alla bella e affascinante Chiara Piotto, giovane e brava giornalista di Sky Tg24.
Qual è l' aspetto principale del tuo carattere?
Sono riflessiva e determinata, quando lavoro fisso degli obiettivi che cerco di raggiungere con velocità e creatività. Una volta terminato, mi godo il tempo libero.
Cosa ti piace fare nel tempo libero?
Stare con le persone che amo anche facendo cose semplici, come una passeggiata o una gita fuori porta. Pur essendo nata in una città di mare preferisco quando posso stare in spazi verdi, in montagna. Quando sono da sola leggo per ore di fila senza interruzioni, più letteratura che saggistica.
Il libro, il film, la canzone preferita.
Il mio libro preferito è Il maestro e Margherita di Bulgakov. Per le canzoni dipende dall'umore ma direi Finland dei Penguin Cafè Orchestra. Per i
film forse Io e Annie, e tra i più recenti La La Land.
Com' è nata la tua passione per il giornalismo? Quali sono stati i tuoi inizi?
È nata strada facendo. Avendo sempre amato la lettura ed essendo di indole creativa è stato un percorso naturale. Ma inizialmente puntavo piuttosto all' editoria letteraria; lavorare nel settore, magari puntando a nuove strategie di digitalizzazione, mi piacerebbe ancora oggi.
Sei una brava giornalista e una donna molto bella e affascinante, complimenti. La bellezza è più un aiuto o un ostacolo nello sviluppo della tua carriera?
L'aspetto fisico è un aiuto in qualunque carriera, sarebbe ipocrita dire il contrario. Ma non è ciò su cui puntare, chi lo crede va a sbattere contro la realtà (per fortuna).
A Rai 2 hai lavorato nel programma Nemo – nessuno escluso, che ricordo conservi di questa esperienza?
È stata una bellissima esperienza di crescita. Partecipare alla nascita di un nuovo programma, dal format innovativo come quello di Nemo, è stato molto stimolante. Ho imparato molto.
Come sei arrivata a Sky Tg24?
Ho fatto uno stage durante il master di giornalismo Walter Tobagi. Ho iniziato nella redazione economica.
Oltre al Tg, conduci anche una rubrica video che si chiama “Credi che…”
Sì è un piccolo format che ho ideato "nativo" per Instagram. Da "millennial", utilizzo molto Instagram e mi incuriosisce la possibilità di ideare nuovi linguaggi che portino tematiche anche serie su nuove piattaforme. Il format, che si basa su un doppio sondaggio all'inizio e alla fine di un pacchetto di stories, si sta evolvendo.
Il reportage o l' intervista che ricordi con più piacere?
La mia prima intervista in voce, che fu al critico d'arte Philippe Daverio, per la radio universitaria con cui collaboravo (RadioEco). Mi tremava la voce per l'emozione.
L' intervista che ancora non hai fatto e vorresti fare?
Tante, troppe, ho appena cominciato.
C' è un programma Tv che ti piacerebbe realizzare e condurre?
Ho tante idee ma il nostro settore si evolve così velocemente che le regole cambiano ogni giorno. Vedremo, credo che la chiave passi dal collegamento tra video di alta qualità e l'immediatezza dei social network.
Intervista pubblicata il 7 aprile 2019.