La nostra intervista alla bella e affascinante Maria Vittoria Cora', giovane e brava giornalista di Studio Aperto.
Qual è l'aspetto principale del tuo carattere?
La determinazione, senza dubbio. Sono un “generale” e quando mi metto in testa una cosa non mollo finché non ho raggiunto l’obiettivo. Questo lato del mio carattere mi è stato di grande aiuto quando mi sono ritrovata a dover conciliare lavoro e studio, durante l’università - all’inizio del mio percorso lavorativo - e - di recente - mentre preparavo l’esame di Stato da professionista. Anticipare la sveglia ogni mattina, trascorrere i giorni di riposo sui libri.. è stata dura, ma sono riuscita a ottenere quello che desideravo. L’impegno paga sempre.
Cosa ti piace fare nel tempo libero?
Sono una milanese “d’adozione” e- nel tempo libero - mi piace tornare nella mia città: Mantova. Una realtà decisamente più a misura d’uomo rispetto al caos della metropoli. D’estate la mia concezione di relax è divorare un libro dietro l’altro sotto il sole, mentre d’inverno sono il tipo da divano-copertina-film. Da piccola facevo danza. Mi piacciono gli sport, ma - a volte - tra il dire il fare.. diciamo che sono iscritta in palestra e mi
sto avvicinando allo yoga e al pilates.
Il libro, il film, la canzone preferita.
Forse la domanda più difficile. Libro: l’ultimo che ho letto, sono una che si affeziona facilmente agli autori.. A parte gli scherzi, non sono mai stata una grande appassionata di gialli eppure mi piace molto la scrittura di Joël Dicker. Dopo La verità sul caso Harry Quebert e Il libro dei Baltimore,
ho letteralmente “bevuto” in due giorni La scomparsa di Stephanie Mailer e ora lo consiglio a tutti sotto l’ombrellone.
Per quanto riguarda il cinema, invece, mi piacciono i film d’azione, i classici blockbuster americani. Se ne devo dire uno, però, vado sul vintage romantico: The bodyguard- Guardia del corpo con Kevin Kostner e Whitney Houston. La scena finale mi fa piangere ogni volta.
Canzone.. tutti i tormentoni, specialmente quelli latini. In assoluto, invece: Drunk on you di Luke Bryan. E’ una ballata country forse sconosciuta
ai più, ma per me ha un significato speciale.
Com' è nata la tua passione per il giornalismo? Quali sono stati i tuoi inizi?
Prima di tutto è nata la passione per la scrittura e questo credo sia merito delle mie insegnanti di italiano a scuola. Era la mia materia preferita in assoluto e per questo ho scelto di fare Lettere anche all’università. Volevo scrivere di attualità, raccontare quello che succede... da qui il desiderio
di intraprendere questa strada. E’ iniziato tutto con piccoli articoli su giornali locali (la sagra del tortello, la fiera del cotechino...). Poi un’ estate ho condotto un programma radio insieme a un amico, un’esperienza molto divertente. Nel 2012, lo stage in Mediaset.
Come sei arrivata a Mediaset e alla conduzione di Studio Aperto?
L’impegno (vedi risposta 1) per me è fondamentale. Poi c’è l’FF. Il Fattore Fortuna. Il mio curriculum è arrivato al momento giusto, il giorno giusto all’ora giusta: una ragazza finiva lo stage. Era quasi Natale. Avevano bisogno di una sostituta e così è iniziata l’Avventura. Dopo sei mesi è arrivato il primo contratto di collaborazione: non mi sembrava vero. La conduzione è arrivata tre anni fa: il 10 agosto del 2015, un’altra data - e una grande emozione - che non dimenticherò mai.
Sei una brava giornalista e una donna molto affascinante. La bellezza è stata un aiuto o un ostacolo nello sviluppo della tua carriera?
Per come la vedo io, né l’uno né l’altro. Chi conduce un telegiornale deve avere una certa immagine: rigorosa e “pulita”. La bellezza è soggettiva, quello che arriva al telespettatore è anche altro.
Il servizio o l' intervista che ricordi con più piacere?
Venerdì 15 aprile 2016. A Londra in giornata. Davanti a me, al Mandarin Oriental di Hyde Park, sono seduti Brian May e Roger Taylor - della band-mito “The Queen”. In quel momento è stato difficile mantenere i nervi saldi…
Qual è, invece, l' intervista che vorresti fare?
Ne parlavo di recente con le colleghe. Negli scorsi mesi, mentre raccontavamo dei preparativi al matrimonio dell’anno tra il principe Harry d’Inghilterra e Meghan Markle, ho pensato che... beh, intervistare il ribelle di casa Windsor sarebbe molto interessante e, se davvero è simpatico come sembra, anche divertente.
Hai fatto parte della redazione del programma Cotto e mangiato, che ricordo conservi di questa esperienza?
Quante mangiate! Anche se il mio contributo era legato più che altro allo spin off "Cotto e mangiato - Il menù del giorno", ricordo delle grandi merende dietro le quinte. Quella di Cotto è una bellissima squadra e anche lavorando alla trasmissione ho imparato molto.
Parlando di attualità, La situazione dell' Italia nella UE a dominio franco-tedesco non è certo facile, secondo te quali politiche dovrebbe attuare il nostro governo? Il summit di pochi giorni fa tra Trump e Conte ha rilanciato l' alleanza con gli USA, può essere utile a aumentare il nostro peso in Europa?
Wow, sono entrambi quesiti da un milione di euro/dollari! Non mi piace “saltare” le domande, ma allo stesso tempo sarei presuntuosa se dessi
una risposta. Sono argomenti molto complessi. Quindi glisso deliberatamente e dico: staremo a vedere come si evolve la situazione.
L' esperienza professionale che ti ha dato più soddisfazioni e quella, se ce n' è una, che ti ha delusa.
Il Giffoni, il festival del cinema per ragazzi, è un’esperienza che mi ha entusiasmato moltissimo. Sono stata in trasferta una settimana: le giornate erano lunghissime tra interviste, dirette, servizi da montare.. ma ne è valsa la pena. I colleghi inviati negli anni precedenti me l’avevano anticipato e confermo su tutta la linea: l’atmosfera a Giffoni è davvero magica. Esperienze deludenti, invece.. no. Ogni esperienza mi ha insegnato qualcosa. Banale, ma è così.
C' è un programma Tv che ti piacerebbe realizzare e condurre?
Mi sento molto legata alla realtà del tg. Non solo la conduzione, anche realizzare servizi “dietro le quinte” mi piace molto e mi auguro che questo percorso possa continuare. Io ce la metto tutta.
Intervista pubblicata il 26 agosto 2018.