La nostra intervista all' affascinante Roberta Ferrari, giornalista di Rai Uno. Roberta co-conduce la rubrica TV perché sì, all' interno
di Uno mattina in famiglia ed è ospite-opinionista a La vita in diretta.
Qual è l'aspetto principale del tuo carattere?
La trasparenza: come mi vedi sono, nel bene e/o nel male, senza maschere né filtri.
Cosa ti piace fare nel tempo libero?
Amo le cose semplici, fare lavori manuali insieme a mia figlia Iris, vedermi con le amiche, andare al cinema, fare lunghe passeggiate col mio cane Perla, ascoltare la musica, leggere un libro, fare fitness.
Il libro, il film, la canzone preferita.
Adoro la psicologia, perciò tutti i libri di psicologia, uno tra tutti "Vivere, amare, capirsi" di Leo Buscaglia. Film: "Qualcosa di personale", "L'amore
non va in vacanza". Recente: "Perfetti sconosciuti". Canzoni, diverse, a seconda del momento vissuto: "Certe notti" di Ligabue, "Iris" di Biagio Antonacci, "Dove è sempre sole" dei Modà e adesso "Il mestiere della vita" di Tiziano Ferro.
Com' è nata la tua passione per il giornalismo? Quali sono stati i tuoi inizi?
La mia passione per il giornalismo è nata, lavorativamente, a Telelombardia in occasione dei Mondiali del '90, dove ho condotto una trasmissione con Mino Taveri, ma in realtà da sempre ho amato rendere protagonista il mio interlocutore, ponendogli domande sul suo essere, più che parlare
di me stessa. Penso sia una dote innata.
Sei una brava giornalista e una donna molto elegante e affascinante. La bellezza è stata aiuto o un ostacolo nello sviluppo della tua carriera di giornalista, tenendo presenti anche i pregiudizi maschili del mondo del giornalismo e dello sport?
Ho sempre goduto della stima dei colleghi con cui ho lavorato e del pubblico che mi ha sempre dato immense dimostrazioni di affetto, le vere difficoltà le ho riscontrate con alcune colleghe, che si sono fermate al pregiudizio nei confronti di una donna piacente e preparata e mi hanno dato automaticamente l' etichetta della persona da temere e ostacolare, quando invece la complicità femminile è la vera forza. Fortuna che ho anche incontrato colleghe intelligenti e risolte, come Stefania Sorrenti, con cui è nato, oltre all'amicizia, anche un sodalizio artistico.
Ricordo la trasmissione Marcati stretti, realizzata insieme a Stefania Sorrenti, dove intervistavate i personaggi del mondo dello sport. Siete state le prima a fare le interviste in coppia e a dare importanza sia alla professionalità che al fascino...
Sì, Stefania ed io abbiamo ideato e condotto una trasmissione all'avanguardia per quei tempi (era il 2000). Abbiamo ascoltato i consigli del mister Marcello Lippi che ci disse che alcune giornaliste sportive erano troppo dure, perché volevano a tutti i costi dimostrare di essere all' altezza degli uomini, diventando scostanti e poco gradevoli agli addetti ai lavori come lui. Abbiamo dimostrato che si possono trattare argomenti maschili senza perdere credibilità, non rinunciando alla propria femminilità e, soprattutto, alla dolcezza.
Sul mondo del calcio hai scritto il libro In campo leoni, a casa?...
Più che sul calcio, era sui sentimenti che riguardavano 5 coppie di calciatori famosi; ho voluto scrivere quello che solitamente facevo in televisione, far parlare il cuore delle personaggio famoso, farlo conoscere dal punto di vista umano, unendo la mia professione di giornalista ai miei studi di psicologia.
Stai pensando a un nuovo libro?
Sì! Mi fa piacere che tu me lo chieda. Penso sia giusto evolvere e cambiare nel tempo, ho fatto la giornalista sportiva con passione per tanti anni e ora, da qualche anno, mi occupo di attualità e cronaca e il mio prossimo libro tratterà un tema importante a cui tengo molto, la storia vera di donne che, dalle violenze psicologiche o fisiche subite da storie di amori malati, sono riuscite a uscirne fuori più forti e vincenti.
Hai realizzato e condotto varie rubriche per la Rai, tra queste Sport e cuore e Campioni di cuore...
Sì e con enorme successo di pubblico e di share. Trattavo sempre il personaggio sportivo dal punto di vista familiare e umano, per farne conoscere gli aspetti più privati e personali. Riuscivo ad arrivare al cuore delle persone, a far conoscere le loro case nell' intimità (non facile che ti aprano le porte di casa loro), io ci sono riuscita grazie alla fiducia che avevano in me e nella mia professionalità.
Conoscere quest'aspetto inedito ha fatto sì che il pubblico amasse davvero tanto le mie rubriche ed è rimasto molto spiazzato quando non le hanno più riconfermate. Tutt'oggi mi scrivono o mi fermano per strada richiedendole o evidenziandone la mancanza.
Io penso che ad un certo punto sia giusto cambiare, il cambiamento non mi spaventa, mi fa paura chi resta sempre allo stesso punto, negli anni.
Il calcio e lo sport sono stati per me un lungo periodo importante di giornalismo, dalle dirette a San Siro alle trasmissioni, ma ora sono felice di occuparmi di attualità e cronaca.
Da quest' anno sei ospite opinionista a La vita in diretta e TV perché sì, all' interno di Uno Mattina in famiglia...
Con Uno Mattina in famiglia collaboro da ben 11 anni. È una famiglia di nome e di fatto, merito di Michele Guardì che tende a tenere la squadra compatta nel tempo. Quest' anno mi ha dato l'opportunità di essere in studio con Tiberio Timperi e Ingrid Muccitelli, con la rubrica "TV perché sì"
con la quale commentiamo in positivo ogni settimana tre programmi delle reti Rai, ponendo domande a ospiti quali critici televisivi o protagonisti delle trasmissioni in questione.
A "La vita in diretta" è la mia prima esperienza quest'anno. È un programma che stimo molto, è nelle mie corde, trattando argomenti di cronaca
e attualità.
Il servizio o l' intervista che ricordi con più piacere?
Ne ho realizzate migliaia, farne una scrematura non è facile. Di sicuro mi hanno colpita quelle più forti umanamente: l' intervista a casa di Paolo Simoncelli, il papà del Sic, quella a casa di Alex Zanardi, di Giusy Versace, di Bebe Vio, di Federica Lisi, moglie di Vigor Bovolenta.
Mi sono commossa e credo di essere riuscita a trasmettere la mia empatia a chi intervistavo e al pubblico che mi seguiva.
La cosa bella è che con ognuno di loro si è instaurato un rapporto di stima e amicizia, che dura nel tempo.
Qual' è, invece, l'intervista che ancora non hai fatto e vorresti fare?
Bella domanda! Mi piacerebbe molto intervistare sia Tiziano Ferro, un cantante che amo e che trovo molto profondo, che Valentino Rossi.
Intervistarli come è nel mio stile, non sulla loro professione, bensì facendone conoscere l'aspetto più intimo, più umano e privato. Purtroppo non sono mai riuscita a fargliela.
L' esperienza professionale che ti ha dato più soddisfazioni e quella, se ce n' è una, che ti ha delusa.
Senz' altro la più soddisfacente è stata "Marcati Stretti", una creatura tutta nostra, mia e di Stefania Sorrenti, una scommessa vinta che ci ha aperto le porte delle TV nazionali e che ci ha fatto vivere anni di conoscenze, divertimento, impegno e profonda amicizia, davvero indimenticabili!
La più grande delusione è stata presentare "Pole position", non per il programma che stimo e seguivo da sempre, ma perché purtroppo è scattata quella competizione insensata di cui ti parlavo prima, da parte di qualcuna che faceva parte del programma, con ruoli ben definiti e diversi dai miei, dunque immotivata. Non essendo una persona che sgomita, ho trovato questo un atteggiamento fuori luogo e limitante anche alla resa e alla buona atmosfera del programma.
C' è un programma Tv che ti piacerebbe realizzare e condurre?
Come già accennato, una cosa rara in quest' ambiente è il non sgomitare per arrivare. Io non sono né sono mai stata ambiziosa. Forse perché la mia vita è altro, non vivo per apparire.
Se proprio devo pensare a un programma nelle mie corde, però, dev'essere tale da trarre spunto dai fatti di attualità e cronaca, per trattare temi importanti quali la violenza sulle donne, il maltrattamento degli esseri più indifesi che siano bambini, anziani o animali, e analizzarne anche gli aspetti psicologici.
Intervista pubblicata il 18 dicembre 2016.