La nostra intervista alla bella e affascinante Stefania Andriola, giornalista del Centro Epson Meteo.
Qual è l' aspetto principale del tuo carattere?
La determinazione che nella vita mi ha portata a lottare sempre per i miei ideali e andare avanti anche di fronte alle porte chiuse.
Cosa ti piace fare nel tempo libero?
Sul mio profilo twitter (https://twitter.com/andriolaste?lang=it) c' è scritto "giornalista, scrittrice e viaggiatrice". Poche parole in cui è contenuta tutta la mia vita. Ho sempre avuto una curiosità innata per posti e culture diverse da quella in cui sono cresciuta. La realtà in cui vivevo tutti i giorni non mi bastava e non riuscivo ad accontentarmi guardando luoghi che sembravano meravigliosi solo in fotografia: io volevo viverli sulla mia pelle, provare le sensazioni che ti trasmette la loro natura, sentirne gli odori. Così ho iniziato ad essere la Stefania sempre pronta a partire, da un momento all'altro, la Stefania che se sta troppo ferma in una città poi non resiste al richiamo del primo aereo disponibile che mi porti lontano. Nei miei viaggi non mi faccio mai mancare la compagnia della mia macchina fotografica e di un libro; la libreria è una delle cose che adoro maggiormente di casa mia. Mi piacciono letture differenti, dai romanzi ai libri di psicologia.
La professione che ho scelto di fare però, quella della giornalista, mi “costringe” a vivere in città, ma appena posso scappo, cercando posti in cui recuperare il contatto con la natura. Da sempre amo correre a piedi e anche quando sono stanca, bastano le mie scarpe, tuta tecnica e musica per farmi volare lontano dallo stress. Due o tre volte alla settimana percorro i miei 8-10 km, ammirando il paesaggio intorno a me e soprattutto gustandomi i cambiamenti delle stagioni. La scorsa estate finalmente è arrivata la mia prima bici da corsa Kuota; da grande amante del ciclismo è sempre stato un sogno nel cassetto potere macinare chilometri su un mezzo a due ruote simile a quello usato dai grandi campioni. È un’ ottima bicicletta, modello Kobalt, adatta a chi come me vuole iniziare ad allenarsi seriamente. Nel tempo libero mi piace anche andare in palestra e magari dopo l’allenamento rilassarmi con una bella sauna.
Ammetto che sapere in anticipo che tempo farà prima di uscire ad allenarmi è una gran fortuna, che mi permette anche di scegliere l'abbigliamento tecnico adeguato ma a volte mi rende un po' pelandrona quando so che troverò freddo o pioggia... ma proprio io che lavoro con il tempo non posso permettergli di vincere sulla mia voglia di fare sport.
Il libro, il film, la canzone preferita.
Il mio cavallo di battaglia è sempre stato "L'Alchimista" di Paulo Coelho, autore di cui non mi manca nemmeno un libro; di recente ho apprezzato molto "La città della gioia" di Dominique Lapierre, in cui ho ritrovato le stesse emozioni che ho provato sulla mia pelle nei miei viaggi in India, "Molto forte, incredibilmente vicino" di Jonathan Safran Foer e "Il grande Gatsby"di Francis Scott Fitzgerald, uno dei pochi libri che ho letto dopo aver visto il film infrangendo la regola per cui si deve sempre leggere prima il libro. Film preferito "Vi presento Joe Black" e come canzone "Wonderwall" degli Oasis che da sempre è la colonna sonora della mia vita.
Com' è nata la tua passione per il giornalismo? Quali sono stati i tuoi inizi?
Ho iniziato a lavorare molto giovane nelle tv private piemontesi: lo sport è sempre stata una mia passione e a 25 anni ho lavorato come inviata per il programma "Fischio d'inizio" che trattava tutti gli sport. Nel 2003 poi è arrivato il mio primo approccio al Giro d' Italia, manifestazione che mi ha permesso di conoscere non solo un nuovo sport ma anche famosissimi giornalisti sportivi. Proprio questa vicinanza ha fatto scattare in me la voglia di migliorarmi sempre di più e iniziare a seguire seriamente il ciclismo da un punto di vista diverso: penna e taccuino alla mano e macchina fotografica o telecamera da allora in poi non mi sono più mancati.
Sei una brava giornalista e una donna molto bella, elegante e affascinante. La bellezza è stata un aiuto o un ostacolo nello sviluppo della tua carriera di giornalista?
Grazie per il bel complimento. In un mondo a volte troppo (purtroppo!) concentrato sull'esteriorità, essere di bella presenza può facilitarti il percorso ma puntare tutto sull'apparenza non è mai stato nelle mie corde. La bellezza prima o poi passa, tutti invecchiano e ci saranno sempre ragazze più giovani o più belle pronte a prendere il tuo posto: per questo è importante studiare, fare la gavetta, perfezionarsi giorno dopo giorno... altrimenti si rischia di essere come un libro dalla copertina bellissima ma dentro vuoto. A volte penso che se le persone curassero la propria anima, nello stesso modo in cui curano il proprio aspetto fisico, il mondo sarebbe un posto migliore.
Come hai deciso di occuparti di meteo?
Nel 2010 sono stata contattata dal produttore del Centro Epson Meteo, Luigi Latini. Era nata l'esigenza di affiancare ai meteorologi, volti noti sulle reti Mediaset, dei giornalisti. Il Centro Epson Meteo (C.E.M.) con grande tempestività e intuizione voleva infatti rispondere alla crescente domanda d'informazioni, potenziando la comunicazione di dati e bollettini e affiancando alle altre figure professionali, dai meteorologi, ai modellisti, ai grafici, agli addetti alla produzione televisiva, anche un gruppo di redattori. L'idea che ha cambiato il modo di comunicare le previsioni del tempo è quella di trattare il bollettino meteo come una qualsiasi altra notizia, come se fosse un pezzo di cronaca. La continua sinergia tra studiosi del tempo e giornalisti ha fatto sì che i messaggi veicolati nelle case degli italiani diventassero con gli anni sempre più leggibili e facili da comprendere per tutti. Una volta ottenuta la previsione entra in gioco il mio ruolo: capire quale sia la vera notizia da comunicare. Il tempo influenza differenti aspetti della nostra vita; a parte i meteoropatici che si sentono tristi e di malumore senza sole, sapere che tempo farà è fondamentale ad esempio in alcune fasi di particolari colture agricole, prima di mettersi in viaggio, per le attività commerciali, per gli sport all'aperto ma soprattutto per le categorie a rischio e più deboli come gli anziani e i bambini.
Nel momento in cui mi trovo a dover comunicare il messaggio meteo, in forma orale o scritta, parto quindi con quella che per me è "la notizia".
In estate ad esempio, preferisco richiamare l’ attenzione sulle temperature percepite dal nostro corpo che con il caldo afoso spinto dall' Anticiclone Nordafricano arrivano anche oltre 40 gradi, piuttosto che dilungarmi su una cartina all'insegna del sole su quasi tutta l'Italia.
In passato ti sei occupata molto di ciclismo, conducendo alcune trasmissioni sulla web Tv della Gazzetta dello Sport e Bike Show Tv, in onda su alcune Tv locali. Quale ricordi con più piacere?
Il mio primo approccio al mondo dello sport, in particolare al ciclismo, risale al 2003 quando mi scelsero come Miss Estathé, la Miss che premia la maglia rosa del Giro d'Italia. Prima di allora conoscevo poco di quello sport che mi sembrava noioso e adatto solo ad un pubblico di una certa età. Ricordo mio nonno seduto sulla poltrona davanti alla tv a guardare ogni tappa del Giro d'Italia e del Tour de France; mio nonno nato nel 1910 e cresciuto quando gli italiani si dividevano tra i seguaci di Coppi e Bartali. Prima di quel Giro credevo il ciclismo fosse uno sport insipido ed individuale, ma avere la possibilità di essere su quei percorsi come Miss, sia in partenza che all'arrivo, mi ha aperto gli occhi su un mondo che poi non ho più voluto abbandonare. Un mondo dove la vera bellezza si nasconde tra la fatica, le salite, i paesaggi da affrontare, i km che ti tolgono il fiato su percorsi dove si appostano centinaia di persone per vedere passare i propri beniamini anche solo per 30 secondi di volata. Quel mio primo Giro, non posso dimenticarlo, fu l'ultimo Giro di Marco Pantani. Pur essendo straniera in quel mondo, sentivo la forza del suo personaggio; era inavvicinabile, sempre circondato da decine di fan. Era facile individuarlo prima di ogni partenza: bastava buttare l' occhio e cercare una folla di persone e telecamere; lì dietro si nascondeva il Pirata. Dopo quel Giro ho avuto la fortuna di replicare, sempre come Miss maglia rosa nel Giro del 2004, il Giro che ha visto il trionfo di Damiano Cunego. Tra il 2004 e il 2005 ho lavorato come conduttrice e inviata nel programma sportivo torinese "Fischio d’inizio" che trattava tutti gli sport, principalmente il calcio. Fra le tante interviste ricordo con particolare soddisfazione quella che sono riuscita a fare ad Alberto di Monaco in occasione del Pallone d'oro. Con il ciclismo sempre nel cuore nel 2008 ho iniziato a condurre "Bike Show" insieme all'ex ciclista professionista Danilo Gioia, programma in onda su web, Play tv, Canale Italia e Sport Channel. Nel 2008 finalmente riesco a seguire tutto il Giro d'Italia come giornalista per Gazzetta dello Sport; sono il primo volto dell' "Altrogiro Tv", la web tv della Gazzetta. L'idea è quella di portare alla luce tutti i retroscena di questa importante manifestazione sportiva, le bellezze che spesso sfuggono alle telecronache ufficiali giustamente concentrate sulla gara. Raccontiamo cosi le curiosità delle città toccate ogni giorno, intervistiamo i ragazzi della carovana rosa, le mogli dei corridori, i direttori sportivi, i massaggiatori... i tifosi che si piazzano giorni prima nelle tappe di montagna pronti ad accogliere i grandi del ciclismo che lottano contro le salite che li renderanno celebri. Replico con la web tv di Gazzetta nel 2010 con "Gira e Rigira" dove inseriamo delle piccole candid camera e facciamo domande trabocchetto ai personaggi più importanti coinvolti.
Quindi il ciclismo è una tua passione?
Certo! Infatti non vedo l'ora di uscire in bici e macinare almeno una cinquantina di chilometri alla volta! Entro settembre 2016 mi sono posta come obbiettivo 100 km.
Qual' è l'esperienza professionale che ti ha dato più soddisfazioni e quella, se ce n' è una, che ti ha delusa?
Ogni esperienza professionale mi è servita e mi ha fatto crescere. Ad esempio ho lavorato per tanti anni come attrice nelle pubblicità: ho imparato così a stare dietro la telecamera e a gestire le mie emozioni. Sicuramente il mio lavoro al Centro Epson Meteo mi ha fatto crescere professionalmente tantissimo. Essere in diretta per due minuti con il Tg5 o per 7 minuti con i giornalisti di Tgcom 24 in un botta e risposta serrato sarebbe impossibile se non avessi alle spalle anni e anni di televisione. Gestire una diretta e tutte le emozioni che ti comporta sapendo che stai entrando nelle case di milioni di spettatori, è una bella soddisfazione. Delusa? Ti rispondo di no, cresciuta tanto.
C'è un programma Tv che ti piacerebbe realizzare e condurre?
Amo molto programmi come Striscia la Notizia o Le Iene e potrebbe essere un bel sogno nel cassetto arrivare a condurre un format del genere; un sogno ancora più bello sarebbe condurre un programma tutto mio, in cui parlare delle mie passioni. Ideale quindi sarebbe lavorare nello sport o girare per il mondo alla scoperta di luoghi incontaminati.
Pubblicata il 17 aprile 2016.