La nostra intervista a Giorgia Perla, giovane e brava giornalista, caporedattore di Canale Dieci.
Qual è l'aspetto principale del tuo carattere?
Quello che di più coincide con il mio lavoro. Non si può parlare di binari separati in questo mestiere, almeno per come la vedo io. Qualcuno diceva che per fare del buon giornalismo occorre essere prima di tutto delle persone buone. Non può esistere una cattiva persona e un giornalista buono. Buono è l' aggettivo che più si addice al mio carattere, almeno dal punto di vista della persona...professionalmente non sta a me giudicare!
Cosa ti piace fare nel tempo libero?
Sicuramente approfondire quelli che sono gli aspetti del mio lavoro: lo studio delle notizie e l’ aggiornamento costante credo siano la base di chi si deve adoperare per un’ informazione il più possibile corretta, trasparente e puntuale come quella che mi piace fare. Alla lettura di qualsiasi libro (divoro i romanzi di Coelho!!), affianco quelli degli autori che hanno segnato la strada del giornalismo contemporaneo: penso alla Fallaci, a Terzani,
a Peter Arnett. Poi c’ è la vita privata, la mia famiglia, il mio compagno e gli amici… diceva Kapuscinski che “il giornalismo non è giornalismo senza relazioni con la gente!”.
Cosa ti piace guardare in Tv?
I programmi di Canale Dieci, ovviamente. E comunque i programmi di informazione. Ogni tg ha una sua storia e dietro ogni edizione si nasconde
un linguaggio che appare solo agli addetti ai lavori. Capisci le difficoltà di un collegamento in esterna o di una diretta telefonica. Apprezzo i rotocalchi,
le inchieste e gli approfondimenti. Uno che seguo con particolare interesse “Tv talk” su Rai 3 il sabato pomeriggio: studia i meccanismi della televisione, un modo come un altro per continuare a studiare!
Com' è nata la tua passione per il giornalismo? Quali sono stati i tuoi inizi?
Ho cominciato con l’università. Scrivevo sui giornali, ma non è lì che è nata la mia passione. Non credo ci possano essere degli inizi per chi vuole fare giornalismo. Il giornalismo non è solo una passione, è una visione della vita che nasce con te. Non c’è un momento esatto in cui dici: “si ora voglio raccontare”. Ci sono storie che mi porto dentro da sempre. Non ho neanche il bisogno di annotarle.
Come sei arrivata a Canale Dieci?
Canale Dieci è sempre stata una realtà molto forte sul territorio. Per chi vive sul litorale, la televisione è un punto di riferimento. Ero ancora studentessa all’università, poco dopo la laurea triennale in attesa di iniziare con la specilistica decisi di mandare un curriculum per iniziare a mettere in pratica la teoria che studiavo. Dopo il primo colloquio, mi presero per uno stage e poi da lì è iniziata questa splendida avventura. I primi servizi e poi l’incarico di caporedattore, le trasmissioni e la lettura del telegiornale che rappresenta sempre il momento più emozionante: entusiasmante ma anche di grande responsabilità.
Sei indubbiamente una bella donna. La bellezza è un aiuto o un ostacolo nello sviluppo della tua carriera e nel mondo del giornalismo?
Ti ringrazio per “l’ indubbiamente”… comunque, credo sia importante uscire dai luoghi comuni: la bellezza non è né un ostacolo né un aiuto. La
bellezza, purtroppo o per fortuna, deve far parte di chi fa televisione. È inevitabile, è una regola del sistema. Se poi in televisione fai informazione, allora la bellezza non basta. Devi essere preparata, devi afferrare la notizia e avere la sensibilità per poterla raccontare.
Da quando hai iniziato a svolgere questa professione qual è l' aspetto nel quale sei migliorata e ti senti più autorevole e quello dove invece pensi di poter migliorare ancora?
Ho fatto un lungo lavoro di studio. Prima del telegiornale, ho lavorato sulla dizione, sull’impostazione vocale. L’autorevolezza è necessaria per trasmettere fiducia ai telespettatori, soprattutto nei collegamenti in diretta o quando le notizie sono in divenire. Gli aspetti da migliorare sono indubbiamente molti, forse, quello di riuscire a mantenere un certo distacco di fronte alle storie a danno dei più deboli, le storie di ingiustizia,
di malasanità e di mal governo. A quello, purtroppo, non riesco proprio ad abituarmi.
Oltre alla conduzione del telegiornale, di quali argomenti preferisci occuparti in redazione?
Proprio quello che dicevo prima. Le battaglie sociali sono quelle che preferisco, convinta che l’informazione e il coinvolgimento dell’opinione pubblica possa davvero combattere l’indifferenza, la non curanza e il pregiudizio.
Il servizio o l' intervista che ricordi con più piacere?
Il piccolo Danilo, Federico, Tiziano e tutte le storie delle persone in difficoltà. Le loro storie non possono essere più solo le loro. Sono le storie di tutti noi. Solo così il nostro lavoro ha davvero un senso.
Qual' è, invece, l' intervista che ancora non hai fatto e vorresti fare?
A papa Ratzinger per chiedergli se rifarebbe la stessa scelta…
Hai curato e condotto diverse trasmissioni. Tra queste una sportiva, Canale Dieci Sport, una su un premio di letteratura e una di politica, Diretta con il Sindaco. Qual è il format che ti è più piaciuto fare?
Ognuna di esse mi ha lasciato qualcosa e mi ha dato la possibilità di apprendere le specificità del giornalismo. Lo sport trasmette sana competitività e il rispetto per gli altri, la letteratura è il fondamento di questo lavoro, e nel rapporto con gli amministratori il giornalismo diventa lo strumento dei cittadini per costruire un dialogo con i rappresentanti politici. La “Diretta con il Sindaco” l’ ho considerata da sempre in questa chiave di lettura.
C' è un programma Tv che ti piacerebbe realizzare e condurre?
Ho in mente un bel progetto per la prossima stagione televisiva…ma è tutto in fase di definizione!